Dire NO nella relazione con il proprio figlio

“Scusami, ma devo proprio dirti di no”

Dire No, quante volte ci siamo chiesti se è giusto farlo.

Quando diventiamo genitori, le nostre energie vengono interamente incanalate verso nostro figlio. Tutto ciò che ci interessa è creare intorno a lui, un mondo che si avvicini il più possibile ai nostri ideali. Come le fiabe che ci leggevano da piccoli, anche per lui vorremmo il “visse per sempre felice e contento”. Avere un bambino ci fa tornare noi stessi bambini. Ed ecco che accondiscendere le sue richieste di attenzioni diventa quasi automatico.

Perchè dovremmo privarlo di qualcosa, se possiamo dargliela?

Dire di  allora diventa la modalità di creare per nostro figlio il mondo che noi vorremmo per lui. Un mondo, se possibile, privo di negazioni. Ecco perchè spesso, per i genitori di oggi, dire la parola no sta diventando un vero e proprio tabù.

Cosa ci provoca dire no?

In quanto genitori carichi di aspettative, verso noi stessi e verso il proprio figlio, dire no ci spaventa. Ci rende più fragili. Ci fa sentire dei genitori non sufficientemente bravi.

In un mondo in cui tutto è più semplice da ottenere, dove con un semplice tocco touch su uno schermo possiamo organizzare in pochi secondi tanti aspetti delle nostre vite senza aspettare, dire no implica, al contrario, attendere.

Il no significa dare un significato alle cose che ci circondano.

Dire a nostro figlio “No, ora non puoi fare ciò che vuoi”,  significa fermarsi ed aspettare che il nostro messaggio venga accolto. Magari proponendo l’alternativa alla sua domanda.

Davanti alle continue richieste di nostro figlio è molto più semplice ed immediato rispondere sì. Richiede meno energie, gratifica noi e lui. Insomma, un gioco da ragazzi. Inoltre, aspetto molto importante, evita i sensi di colpa che, inevitabilmente si creano, davanti alle loro lacrime e ai loro occhioni arrabbiati.

Perchè, allora è importante dire no?

Fare un uso eccessivo di  significa privare il bambino di limiti. Nostro figlio quando cresce ha bisogno di limiti e paletti che, pian piano, diventeranno delle sicurezze alle quali aggrapparsi, anche qualora ci fossero situazioni frustranti da affrontare. I no gli insegnano a comprendere cosa sia più o meno giusto in una data situazione e sono alla base delle regole di vita sociali.

Dire spesso, se non sempre,  potrebbe creare delle false aspettative nel nostro bambino. Potrebbe infatti credere che il mondo sia a sua completa disposizione e che non esistono frustrazioni nè fallimenti. Eppure, sappiamo bene che appena fuori dal nostro guscio familiare, nostro figlio sarà in un mondo reale, fatto di cadute e risalite. Ecco perchè è sano per la sua crescita dare dei no, per non illuderlo che là fuori non esistano.

Che tipo di no è meglio per nostro figlio?

Il no fine a se stesso e privo di significato rischia di creare barriere nella relazione con nostro figlio che non capirà, arrabbiandosi senza poi poter spiegarsi il perchè. Dire no con una spiegazione utilizzando esempi concreti, aiuterà noi a farci sentire ascoltati e competenti e aiuterà loro a comprendere il vero significato della negazione ricevuta. Talvolta può sembrarci scomodo, frustrante, fallimentare. Forse perchè, essendo adulti, sappiamo meglio di loro che i no possono ferirci, toccando vecchie ferite. Ma se ci fermiamo a pensare, ricorderemo tutti che è solo grazie ai no che siamo stati spronati a migliorare, superare ostacoli e raggiungere obiettivi più alti nella nostra vita.

Il no per nostro figlio è un atto indispensabile per aiutarlo a conoscere e a conoscersi. A conoscere il mondo intorno a sè che sta diventando sempre più grande e a conoscersi come individuo che, un domani, saprà utilizzare il no come opportunità di crescita.